Cos'è
Una buona scuola deve aiutare a creare un senso di comunità, dentro e fuori le aule, a coltivare un’idea dello “stare insieme” rispetto alla deriva super individualista degli ultimi decenni, deve essere accogliente, ospitale, vivibile, deve educare alla responsabilità coniugata alla libertà: due cose che vanno insieme, deve saper diversificare le attività didattiche favorendo il successo di ogni singolo studente valorizzandone le specificità nel contesto classe. Il Modello di Scuola Senza Zaino nasce proprio da questa idea innovativa per orientare le proposte formative verso le procedure didattiche e valutative, a cui tende il modello di Scuola Europea e verso cui sono proiettati i docenti attraverso la formazione, la ricerca-azione, le attività in classe. Un modello che dal 2018 è diventata un’idea di Avanguardie Educative.
La Scuola Giacomo Costa dell’I.C. Medaglie D’Oro ha adottato questa idea di didattica innovativa che, progressivamente, si affranca da una visione formalistica e nozionistica, che rinuncia ad uno «zaino come bagaglio a mano» pesante e «fuor di metafora» orienta le esperienze di apprendimento verso lo sviluppo delle competenze degli studenti, nelle componenti cognitive, ma anche motivazionali, etiche, sociali relazionali, nonché quelle legate all’integrazione di sistemi di valori e credenze, partendo da tre punti cardini: comunità, responsabilità e ospitalità.
Con l’adesione al Progetto la Scuola ha avviato un processo di innovazione della didattica incentrata sull’apprendimento differenziato inteso come; diversificazione delle attività didattiche per favorire il successo di ogni singolo studente valorizzandone le specificità nel contesto classe; riconoscimento delle differenze della persona nella molteplicità delle sue dimensioni individuali (cognitive e affettive) e sociali (l’ambiente familiare e il contesto socio-culturale); riflessione su: 1) studenti, 2) strategie e 3) organizzazione didattica. L’apprendimento differenziato guarda a ciascun soggetto nella sua globalità, con il passato e le esperienze pregresse, le proprie passioni e gli interessi, i suoi bisogni, potenzialità e sfide, punta sui “plus”, che sono i punti di forza di ciascun allievo, mentre sullo sfondo i “deficit” costituiscono un elemento puramente indicativo. Il processo di valutazione viene costruito in parallelo alla progettazione degli apprendimenti e, per ogni attività, si struttura la valutazione in ingresso, in itinere, formativa, sommativa e in uscita: si punta sempre al coinvolgimento di ciascuno e si rende tutti coscienti dei percorsi intrapresi e dei successi conseguiti, poiché la motivazione degli studenti si fonda su compiti autentici, su prove di realtà. Il percorso di apprendimento all’interno della classe diviene un viaggio particolarmente significativo nelle postazioni per livelli: è in simile metodologia che lo studente si mette in gioco per lo sviluppo di apprendimenti diversi, imparando da solo, quando gli viene richiesto la risoluzione autonoma di un problema, e imparando in gruppo, ogni qual volta gli si chiede di collaborare con i compagni, seguendo le indicazioni concordate. L’adulto interviene, ovviamente, qualora si rendesse necessaria l’azione del docente, che, all’interno del percorso che si è precedentemente articolato, resta comunque ai margini dell’attività di interazione fra gli studenti. Situazioni individuali, di cooperazione, di richiesta d’aiuto creano, all’interno della classe, momenti frizzanti e operosi, con un variare dinamico del tono di voce, che si modula e si gestisce in maniera proficua ed efficace nella funzionalità dei vari interventi.
Strategico è il ruolo dell’insegnante che è fondamentalmente guida nella fase di progettazione, quando sapientemente promuove le potenzialità e stimola i talenti, personalizza la proposta formativa, attraverso un’intensa cooperazione sui modi, sui tempi, sugli spazi di apprendimento, grazie ai bisogni, agli entusiasmi e alle ambizioni di ciascun alunno. Le diverse attività si snodano in rotazioni: ogni postazione è dotata di strumenti correttivi e di strumenti di autovalutazione.
E’ stato rivisto sia lo spazio “aula” sia lo spazio “scuola”: i banchi vengono sostituiti da “aree di lavoro”, anche semplicemente attraverso la loro unione in “isole di attività”, così che ciascuno studente possa scegliere la propria attività, all’interno di una stessa postazione. Raggruppamenti flessibili, materiali differenziati, postazioni tematiche e gruppi di livello sono vari snodi dell’apprendimento differenziato.
Leggii, schedari, procedure di utilizzo, scansione della tempistica di utilizzo sono i materiali che, precostituiti e allestiti precedentemente, vengono proposti su ogni area di lavoro, al fine di scandire passaggi e momenti orientati all’acquisizione di quel determinato apprendimento. Il tempo viene ad essere “co-costruito” da studenti e docenti insieme che concordano le attività della giornata. L’aspetto della lezione frontale erogativa è ridotto al minimo ed anche l’interrogazione ha una veste diversa: nella scuola primaria non si fanno interrogazioni, ma mini conferenze e sono senza voto, mentre, nella scuola secondaria, le conferenze e le mini interrogazioni comportano un voto. Altra differenza tra i vari gradi di scuola è l’assegnazione dei compiti per casa: nella scuola primaria sono previste attività pomeridiane solo in maniera ridotta nel fine settimana o quale completamento di attività non concluse a scuola e comunque sempre personalizzate, in base alle necessità di ciascuno. Dalla scuola secondaria di primo grado, i compiti sono un crescendo di complessità, ma mai oltre le 2 ore di attività pomeridiane.
La “scuola senza zaino” è una scuola che si adatta e si conforma a ciascun alunno al suo modo di essere, di vivere, di sentire, di apprendere, è una scuola giovane e anticonformista, una scuola innovativa e innovata da tempo, spazio e nuovi approcci, è una scuola che guarda la realtà con un approccio realistico, accettando anche l’errore come nuovo stimolo per apprendere.
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